Shalom Gerusalemme

Un viaggio in Terra Santa è un’esperienza indimenticabile, assolutamente da provare almeno una volta nella vita.

Durante il mese di marzo (da mercoledì 10 a mercoledì 17), il sogno di molti credenti si è avverato e tanti pellegrini si sono messi in cammino sulle strade percorse dal Signore. L’aeroporto “Federico Fellini” di Rimini ha visto, al check in, la presenza di ben 140 parrocchiani: 90 guidati dal parroco di Riccione Don Giorgio (parrocchia SS. Angeli Custodi) e 50 dal vescovo di Ravenna. L’esperienza forte, di incontro con Dio e i numerosi luoghi santi, ha arricchito l’animo di tutti i partecipanti, dando la possibilità di compiere un percorso, ideale e reale, di grande trasporto e profonda riflessione. Dopo l’atterraggio a Tel Aviv, tante sono state le tappe percorse durante la settimana. La prima visita ad Haifa si è conclusa con il trasferimento a Cesarea per ammirare, al tramonto, l’imponente acquedotto romano. Le strade che si possono intraprendere per presentare la Terra Santa sono davvero varie: le città che la caratterizzano sono importanti sia dal punto di vista geografico che storico, archeologico ed esegetico. La prima sosta di grande significato religioso è stata

Nazareth: piccolo e sconosciuto villaggio al tempo di Gesù, ora è una graziosa città, situata sugli ultimi contrafforti verdeggianti dei monti di Galilea. Nominata nel Vangelo per l’annunciazione dell’Arcangelo Gabriele alla Madonna, rappresenta un’importante testimonianza cristiana grazie al Santuario e alla Grotta dell’Annunciazione. Proseguendo al  Monte Tabor, in arabo Giabal at-Tur, il monte sacro, celebrato nella Sacra Scrittura insieme al Monte Hermon e al monte Carmelo, tutti i pellegrini si sono poi riuniti nel Santuario della Trasfigurazione. Il viaggio è proseguito con una sosta a Cana, Tabgha, Cafarnao e Tiberiade, mentre al fiume Giordano, il gruppo ha avuto la possibilità di riempire le bottiglie e toccare quell’acqua che, per i Padri della Chiesa, rappresenta lo stesso Signore Gesù Cristo. Le tappe successive hanno portato alla visita del Monte delle Beatitudini, Masada, Qumram, Gerico e, infine, Betlemme e Gerusalemme, la culla delle religioni. Le due città sono estremamente affascinanti, non solo per l’importanza che ebbero nella storia del Popolo di Dio, diventandone quasi il simbolo e la personificazione stessa, ma soprattutto perché in esse ha inizio e si conclude la storia della salvezza realizzata da Gesù Cristo: la Basilica della Natività, il Monte Calvario e il Santo Sepolcro ne sono i luoghi più rappresentativi. Ancora, il Monte degli Ulivi, Getsemani, la Tomba della Madonna, il Dominus Flevit, la Basilica delle Nazioni, la valle del Cedron, il Monte Sion, sono solo alcune delle altre tappe toccate durante il pellegrinaggio. Infine, di grande impatto, è stato l’incontro con padre Raed a Taybeh, paese cristiano sulle montagne della Palestina. La sua personalità, dotata di grande carisma ed eccezionale intelligenza, è un’importante testimonianza di come lo spirito cristiano possa impegnarsi per migliorare il mondo, partendo da una piccola comunità. La parrocchia garantisce un’istruzione, un lavoro e la sopravvivenza stessa del piccolo paese e dei suoi fedeli. Nonostante il clima teso, sia dal punto di vista politico che religioso, tipico di questa terra, tanto che spesso si è sentito parlare con timore, di una possibile terza Intifada, la Terra Santa non è pericolosa per chi è in visita. L’ospitalità degli orientali è famosa ormai da secoli ed è nell’interesse di tutti tutelare i pellegrini, come ricorda il saluto degli ebrei “L’anno prossimo a Gerusalemme”, significativa testimonianza dell’importanza e del dono che i pellegrini fanno nel visitare la Terra Santa. Il viaggio ha toccato la storia, l’archeologia, il sociale, l’antropologia, ma, soprattutto, le corde del cuore, grazie al valore e all’effetto che i singoli luoghi hanno avuto sulla sensibilità dei suoi visitatori. Ed è proprio grazie a quell’energia particolare che la Terra Santa, come pochi altri posti al mondo, è in grado di dare che, qui, ci si sente a casa, perché da essa “tutti sono nati” e in essa è “ ogni sorgente di vita” (Salmo 86): un’esperienza che tutti, dovrebbero poter vivere e poi raccontare.

Ambra Crociati

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