Le armi della fede

Isis esecuzionidi Angela Pellicciari

(…) Da quando esiste, l’islam punta alla conquista di Roma. Perché Roma significa il mondo e loro il mondo lo vogliono conquistato al vero Dio. Finora non sono stati capaci di trasformare San Pietro in una stalla, come era quasi riuscito a fare Maometto IV inviando contro l’Occidente un esercito poderoso al comando di Kara Mustafà. All’ultimo momento, alla vigilia della resa, l’11 settembre 1683, Vienna, ultimo baluardo sulla strada di Roma, non era caduta grazie all’intercessione di Maria impetrata dal santo cappuccino Marco D’Aviano e dalla preghiera di tanti uomini e donne terrorizzati. Finora i popoli cristiani, nell’ora del pericolo, si sono sempre rivolti con digiuni, preghiere, rosari ed elemosine, alla misericordia divina e alla protezione della Vergine.

Oggi cosa facciamo? Ce lo hanno detto in tutte le salse che a Roma stanno arrivando. Come ci prepariamo? I nostri profeti, come ai tempi di Ezechiele, hanno profetizzato e profetizzano pace. Ci vergogniamo della croce e proibiamo ai nostri figli di vedere quadri che la raffigurino, portando la nostra apostasia al limite della follia. Eppure se ci sono una città e una nazione che hanno ricevuto un’infinità di grazie da Dio, per la presenza a Roma del suo vicario, questi siamo noi.

Oggi di profeti Giona non se ne vede traccia. Chi chiama a conversione? Chi si pente della schifosa apostasia in cui siamo immersi? Chi invita a prendere le armi della fede – le uniche che contino – scongiurando Dio di avere misericordia di noi, dei nostri figli, della nostra storia, della nostra civiltà che è stata bellissima?

tratto da La Nuova Bussola Quotidiana
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