Family Day: intervista a Costanza Miriano

Costanza Mirianodi Marco Guerra (IntelligoNews)

Mancano pochi giorni, vuole lanciare un ultimo appello dalle pagine di IntelligoNews?

La gente deve venire al Circo Massimo, perché noi siamo l’ultimo popolo che è rimasto a dire la verità sull’uomo. Proprio oggi un’amica mi diceva che infondo alcune proposte della Cirinnà erano ragionevoli; allora le ho chiesto se si era bevuta il cervello e le ho ricordato che la senatrice Cirinnà è quella che da consigliere comunale di Roma fece un regolamento per non separare i cuccioli dalle cagne nei primi mesi di vita. A quel punto la mia amica è tornata in sé e ha riconosciuto che a forza di essere bombardata dalla propaganda Lgbt aveva abbassato la guardia. Perché se prima viene detta una cosa totalmente inammissibile, poi le proposte successive risultano più accettabili. Noi continuiamo a tenere accesso il cervello, non è questione di essere cattolici ma di essere uomini e donne. Noi non facciamo come loro che emarginiamo chi non è d’accordo, tutte le opinioni hanno diritto di cittadinanza, però abbiamo il dovere di continuare a dire la verità”.

Intanto non si fermano gli attacchi contro il Family day. Italo è finito nel tritacarne per gli sconti ai gruppi e la Littizzetto ha dato dei puttanieri ai politici che aderiscono alla manifestazione…

“Noi del Family day siamo i peggiori peccatori, puttanieri, traditori, fedifraghi; puoi dire quello che vuoi sulle persone, il peggio del peggio, ma questo non deve impedirci di difendere i diritti dei bambini ad avere un padre e una madre. Ma scusi, rispetto ad un neonato vale di più un cucciolo di cane che, secondo la Cirinnà, dopo il parto deve stare almeno 60 giorni con la madre? Questa battaglia può farla anche un divorziato, un traditore, un assassino. Siamo ad un livello pre-umano, antropologico, tutti hanno avuto un padre e una madre e non si può decidere per legge che un essere umano non saprà mai chi lo ha generato. Neanche ai cani e gatti si può fare questo, come sa bene la Cirinnà”.

Esiste una propaganda a senso unico secondo lei?

“Sabato scorso piazza della Scala a Milano fotografata con il grand’angolo dice tutto. Uno spiazzo di 70 mq per 70 mq con poche centinaia di persone è bastato a far dire alla stampa che erano un milione. Nello stesso momento decine di piazze italiane erano riempite dalle sentinelle sulle quali non è stata scritta una riga. Siamo veramente Davide contro Golia. Io però non credo che questi grandi poteri vantino tra le loro fila gente che non si compra la giacca nuova per portare sette figli al Family day. Io sento di gente che ha portato i figli dai nonni per ospitare famiglie intere a Roma, gente che sta partendo senza un euro in tasca. C’è una forza e una amicizia che è nata tra tanti di noi e questo manifesta la verità. Senza parlare delle cattiverie di cui siamo oggetti sui social. Una tale aggressività che potrà essere messa in crisi da questi piccoli Davide con il sassolino in mano. Una mobilitazione così dal basso, di gente che non ha nessuno alle spalle, mette in crisi l’establishment, crea nervosismo in alcuni ambienti”.

C’è poi un timore reverenziale diffuso di offendere il mondo Lgbt…

“Sì, c’è il terrore di essere assimilati a noi. Ma il lavoro capillare dei nostri incontri per l’Italia sta funzionando. Io, Mario Adinolfi, Gianfranco Amato, tutti noi del Comitato, quando andiamo in giro facciamo il pienone: devono chiudere le porte dei teatri perché non entra più nessuno. Ma non perché siamo bravi noi, ma perché siamo gli unici che diciamo ancora certe cose. L’altro giorno a Verona c’erano persone in piedi e sul palco, non sapevano più dove metterli. C’è ancora una parte sana nel Paese. E basta con questa retorica di ‘Svegliati Italia’, ma coloro che stanno avanti sono quelli che vogliono la percentuale di zero bambini down nella società come la Danimarca? Sono quelli che vogliono l’aborto al sesto mese? Sono quelli che vogliono le cliniche con gli ormoni per gli adolescenti gender fluid? Quelli stanno avanti? Ma non scherziamo, recuperiamo invece un po’ di orgoglio; il nostro diritto è quello che ha dato la legge ai popoli di tutta Europa. Nei Paesi scandinavi hanno un tasso record di violenze sessuali, anche a livello domestico. Ma svegliatevi voi non l’Italia!”.

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