Vieni, Bambino Gesù!

stuporedi padre Serafino Tognetti

(…) A proposito di bambini, lessi tempo fa la storia di una bambina che vale la pena di rileggere insieme (è tratta dal libro di padre Marie Dominique Molinié,
”Chi comprenderà il cuore di Dio?”). Si tratta di un fatto vero successo in Ungheria negli anni ‘50.

Un’istitutrice ungherese insegnava l’ateismo a dei piccoli (voi sapete che sotto il regime comunista nei paesi dell’Est si insegnava proprio ateismo a scuola, come una materia tra le altre, insieme a matematica e geografia). Questa maestra ungherese insegnava ateismo in una scuola con forza, ma anche con una certa lealtà.

Un giorno, in classe, chiese ad una bimba di nome Angela: “Quando i tuoi genitori ti chiamano, tu cosa fai?”. La bambina rispose: ”Vado”.
E la maestra: ”Esattamente. E che cosa accade quando noi chiamiamo lo spazzacamino?”.
La bimba rispose: “Viene”.
“Bene, piccola mia, lo spazzacamino viene perché esiste. Tu vai perché esisti. Ma supponiamo, per esempio, che i tuoi genitori chiamino la tua nonna che è morta; la tua nonna verrà?”.
Risposta: ”No, non credo”.
“Brava! E se chiamassero Cappuccetto Rosso, cosa succederebbe?”.
”Non verrebbe nessuno, perché sono dei racconti”.
“Perfetto. Vedete dunque, bambini miei, che i viventi, quelli che esistono, rispondono all’appello. Invece quelli che non vivono, oppure che non vivono più, non rispondono. È chiaro a tutti?”
“Sì!” rispose in coro la classe.

La maestra disse: “Angela, ora esci dalla porta”. E Angela uscì.
”Ed ora, bambine mie, chiamate tutti insieme Angela”. Le bambine gridarono: “Angela, Angela!”, e Angela rientrò.
E la maestra: “Siamo d’accordo? Se voi chiamate qualcuno che esiste egli viene. Se chiamate qualcuno che non esiste, egli non viene, non può venire. Allora adesso chiamate tutti il Bambino Gesù. Tu, Angela, credi che il Bambino Gesù ti sente quando lo chiami?”. “Sì — rispose Angela — io credo che mi senta”.
”Molto bene. Ora facciamo l’esperimento: gridate tutte insieme: vieni, Bambino Gesù!”.
Le bambine abbassarono la testa, alcune risero.
”Ecco, volevo arrivare proprio qui — disse l’istitutrice — e questa è la mia prova: voi non osate chiamarlo perché sapete che non verrà. Se non vi sente, significa che non esiste, è solo una storia per le donne che stanno nell’angolo del focolare”.
Le bambine iniziarono a dubitare. Angela era pallida; una delle sue compagne disse poi: Avevo paura che cadesse.

Ma Angela si riprese e disse: ”Ebbene sì, chiamiamolo!” E, rivolta alla classe, esortò: ”Dite con me, tutte insieme: Vieni, Bambino Gesù! Vieni, Bambino Gesù!”.
Ci fu un grido tale da far cadere i muri. Le bambine gridarono per solidarietà in un sussulto di fede, ma senza aspettarsi nulla di straordinario. Invece la porta si aprì e tutta la luce del giorno improvvisamente sembrò andare verso la porta. Questa luce crebbe e divenne una sfera come di fuoco. Le bambine provarono paura, ma non ebbero il tempo di gridare: in mezzo alla sfera apparve un bambino che sorrideva in silenzio. Immensa dolcezza… Le bambine non avevano più paura.

Le testimonianze sulla durata di questa visione sono variabili, alcuni dicono pochi istanti, altri dicono fino a mezz’ora. La luce del giorno sembrava nera al confronto; alcune bambine avevano male agli occhi, altre no. Il bambino poi sparì nella sfera di luce che poco a poco si dissolse.

L’istitutrice divenne pazza e venne rinchiusa in una casa di cura. Ripeteva: ”È venuto! è venuto!”

Potessimo avere noi la fede di quella bambina!

tratto da “Mostrami, Signore, la tua via” ediz. Parva
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